ANZIANI,
GRANDI ANZIANI E MALATTIE CARDIOVASCOLARI NEL PARCO NAZONALE DEL
CILENTO VALLO DI DIANO E ALBURNI: LA MALATTIA CARDIOVASCOLARE
Maria
Serafino,
Dimitris Christodoulaki
Paola Lombardo,
Paola Mascia, Marianna Laurito, Onorina Rizzo,
Giovanni Gregorio
ASL Salerno
Premessa.
David T. Kelly nel 1996 sottolineava come la longevità in
futuro cambierà la pratica della medicina generale e delle
malattie cardiovascolari in particolare. Sia la mortalità
infantile e le malattie della metà della vita sono drasticamente
cambiate, con una conseguente durata di vita più lungo e di
conseguenza è aumentata la presenza di persone anziane nella
nostra società. In effetti
“In
una società in via di invecchiamento come la nostra, il
continuo miglioramento delle terapie mediche e chirurgiche avrà
come risultato un aumento dei costi economici e sociali .
Il
nostro trionfo terapeutico può diventare
la nostra disfatta
economica.
Jeremiah
Stamler
giustamente
afferma che “ i governanti dovrebbero porsi il problema di
questa massa di individui anziani, molti dei quali in grado di
dare un contributo attivo. Dovrebbero essere create le
condizioni perché l’anziano venga tutelato e gli siano
assicurate le migliori condizioni di esistenza rendendo
possibile una vita in cui attività fisica, alimentazione e
relazioni sociali consentano la piena integrazione
dell’anziano.”
Il Parco
Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Nel
sud della provincia di Salerno questi aspetti emergono in tutta
la loro drammaticità per la prevalenza di popolazione anziana e
per l’esplosivo aumento della durata della vita.
Le condizioni
epidemiologiche e lo stato di salute degli abitanti della area
del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
possono dedursi da una seri di indagini che forniscono un
quadro abbastanza preciso delle condizioni sanitarie di una
popolazione rurale della Campania. Il primo studio sulla
condizioni di salute, di vita, sulle abitudini alimentari e
lavorative realizzato nel Cilento fu compiuta agli inizi
degli anni 50 quando Cresta e coll. a Rofrano, un piccolo comune
della dorsale appenninica Cilentana sottoposero la popolazione
ad una indagine epidemiologica nell’intento di verificare di
come le condizioni di vita, abitative, alimentari e lavorative
potessero influenzare lo stato di salute di una popolazione
(15,16). Negli anni a venire una serie di studi e ricerche
compiuti nell’area del Cilento, segnatamente gli studi compiuti
a Stio Cilento e lo studio LONCILE, contribuivano a definire le
condizioni sanitarie e di salute della popolazione di questa
area rurale del sud campano, documentando spesso una notevole
variabilità di condizioni di rischio, morbilità e mortalità
cardiovascolare a seconda della zona interessata dalla ricerca
e ed evidenziando come tali condizioni condizionino la risposta
sanitaria da parte del S.S. N.
Il progetto
di Cardiologia Preventiva “Un Cuore, Un Campanile” preparato
nel 1992 si e’ realizzato negli anni 1993 e 1994.
La
popolazione di Stio Cilento è di 1194 abitanti (587 maschi e
607 femmine) con una prevalenza di anziani pari al 23,7 %. La
popolazione di riferimento della ricerca è costituita da 463
maschi e 475 femmine per un totale di 938 soggetti
Figura 1 Prevalenza di malattia cardiovascolare nella
popolazione di Stio Cilento. Distribuzione per sesso e classe di
età.
La prevalenza
di malattia cardiovascolare aumenta con l’età e, ad eccezione
delle classi di età 40-49 e 50-59, è maggiore nel sesso maschile
rispetto alla popolazione femminile (Figura 1).
Lo studio
LONCILE promosso e
condotto dalla Cattedra di Ecologia Umana dell'Università degli
Studi di Roma "La Sapienza" e dal Dipartimento di Cardiologia
dell'Ospedale “S. Luca” di Vallo della Lucania della ASL SA3 con
la collaborazione del
Servizio
Sanità e Assistenza dell’Istituto Nazionale di Statistica, Roma,
della Direzione Sanitaria della ASL SA3 di Vallo della Lucania,
del Dipartimento di Prevenzione della ASL SA3 di Vallo della
Lucania, del Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare
dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, del
Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma
“Tor Vergata”, del Dipartimento di Biologia Cellulare
dell’Università degli Studi della Calabria, del Centro di
Genetica Evoluzionistica del Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Roma, del Laboratorio Territoriale di Analisi dell’Ospedale “S.
Luca” ASL SA3 di Vallo della Lucania,
Dipartimento
di Cardiologia dell’Ospedale San Luca ha interessato 277
soggetti (156 femmine e 121 maschi) di età compresa tra 70 e 96
anni, e 157 soggetti di età inferiore a 40 anni utilizzato quale
gruppo di controllo.

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Fig. 2
Prevalenza di patologia nella popolazione dello studio LONCILE
In grigio i
maschi in nero le femmine
Fig. 3
Prevalenza di patologia cardiovascolare nella popolazione dello
studio LONCILE In grigio i maschi in nero le femmine
Figura 4
Studio Loncile
Distribuzione delle frequenze degli alleli APO E 2, in
alcune popolazioni Europee
Figura 5
Studio
Loncile Distribuzione delle frequenze degli alleli APO E 4,
in alcune popolazioni Europee
Figura 6
Studio
Loncile Distribuzione delle frequenze degli alleli ACE D, in
alcune popolazioni Europee
Nella
popolazione dei longevi del Cilento l’ 88 % dei maschi e il 87
% delle femmine è affetto da patologia l’ 82 % dei maschi e il
86 % delle femmine è affetto da patologia cardiovascolare, con
maggiore distribuzione di ipertensione arteriosa, cardiopatia
ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco e
insufficienza cerebrovascolare (Figura 2 e 3).
L’analisi
genetica in un gruppo di popolazione Cilentana evidenzia che in
questa zona l’azione dei geni associati in altre aree ad un
aumento di patologia cardiovascolare sono mitigati e non
selezionano soggetti ad elevata mortalità cardiovascolare
(Figure 4,5,6). Particolarmente interessante risulta il
comportamento del gene dell’APO E.
Il gene APOE,
è situato sul cromosoma 19 e codifica per l’ apolipoproteina E (APOE),
una proteina plasmatica, coinvolta nel trasporto del
colesterolo, che si lega alla proteina amiloide. Sono presenti
tre isoforme (conformazioni strutturali diverse della stessa
proteina) di ApoE: ApoE2, ApoE3 e ApoE4 che sono i prodotti di 3
forme alleliche diverse (E2, E3, E4). Le apolipoproteine
svolgono un ruolo fondamentale nel catabolismo delle
lipoproteine ricche di trigliceridi e colesterolo. L’APOE viene
sintetizzata principalmente nel fegato ed ha la funzione di
trasportatore lipidico. E’ noto da tempo che elevati livelli di
colesterolo costituiscono uno dei maggiori fattori di rischio
per le malattie cardiovascolari. In particolare non solo il
livello di colesterolo totale ma anche il livelli relativi di
HDL, LDL e trigliceridi rivestono notevole importanza nella
patogenesi delle malattie vascolari. L’APOE è stato uno dei
primi marcatori genetici ad essere studiati come fattore di
rischio per l’infarto del miocardio. Studi effettuati su una
ampia popolazione di pazienti con infarto del miocardio e
relativo gruppo di controllo hanno confermato dati già presenti
in letteratura dove l’allele E4 dell’APOE (APOE4 era stato
considerato un fattore di
rischio genetico per le malattie cardiovascolari. I portatori
dell’allele 4) presentano infatti livelli più elevati di
colesterolo totale e LDL, e quindi hanno un rischio maggiore di
patologie cardiovascolari. Tale fattore di rischio è presente
soprattutto nelle persone anziane e quindi l’APOE può essere
considerato un fattore genetico di rischio per l’infarto in età
avanzata. Recenti studi clinici hanno anche dimostrato che
l’allele E4 è più frequente nelle persone affette da malattia di
Alzheimer rispetto a quelle sane. La presenza del genotipo
APOE4, anche in eterozigosi, determinerebbe un aumento di circa
3 volte del rischio di sviluppare la malattia nelle forme ad
esordio tardivo, familiari e sporadiche. Nelle diverse
popolazione la distribuzione di frequenza di questo gene è più
bassa negli anziani rispetto ai giovani adulti. Ciò non si
verifica nella popolazione dello Studio LONCILE. la mancanza
della diminuzione dell'allele E*4 dell'APOE negli anziani
rispetto ai giovani (mancanza quindi di una selezione negativa
operata da questo allele), poteva dipendere da un ambiente
particolarmente protettivo nei riguardi di questo gene.
Esisterebbero quindi le condizioni ambientali che attenuerebbero
gli effetti negativi da parte del gene APOE*4, riconosciuto
largamente come "candidato" per la malattia di Alzheimer e per
le MCC a causa della sua azione sul metabolismo lipidico.
Comportamento
opposto rispetto alle altre popolazione Europee ha la
distribuzione del gene dell’APO E 2 , la cui frequenza è
maggiore negli ottuagenari cilentani, analogamente alla Francia
e contrariamente a quanto si verifica nelle popolzioni del
nordeuropea, Lahoz et al (2001), sulla base del Framingham Heart
Study, hanno recentemente sostenuto che negli uomini l'allele
E*2, oltre che l'allele E*4 sarebbe associato ad un rischio per
le MCC. La distribuzione della frequenza del Gene dell’ACE D,
considerato predisponente dell'infarto del miocardio, ha nella
popolazione del Cilento lo stesso comportamento delle altre
popolazione europee
Lo studio
LONCILE ha messo in evidenza come una parte importante della
popolazione di longevi studiata soffra di malattie
cardiovascolari e come rilevante sia il numero di soggetti in
trattamento con farmaci attivi sull’ apparato cardiovascolare.
La prevalenza
di patologia cardiovascolare è maggiore, anche se non in modo
statisticamente significativa nei soggetti di sesso femminile
che consumano anche più farmaci (p=0.000) ed hanno una durata
della vita maggiore rispetto ai soggetti di sesso maschile.
Ciò
nonostante gran parte della popolazione anziana partecipante
alla ricerca ha una buona qualità di vita e continua ad avere un
ruolo attivo e partecipativo.
Il Cilento in
effetti è la rappresentazione precisa del nuovo quadro
demografico ed epidemiologico delle società occidentali nelle
quali il progressivo invecchiamento della popolazione, i
progressi della medicina, la transizione epidemiologica verso
le patologie degenerative pone in primo piano le esigenze di
nuovi soggetti, più anziani e più bisognevoli di attenzione da
parte dei sistemi Sanitari, soggetti che sopravvissuti alle
malattie rappresentano e rappresenteranno una parte cospicua
della società.(Kelly 1997).
Il Cilento
presenta un quadro epidemiologico tutto sommato sovrapponibile a
quello di una moderna società occidentale ma in questa area le
malattie degenerative , in modo particolare le malattie
cardiovascolari, non influenzano la durata della vita ma
sembrano accompagnarla.
Certamente le
spiegazioni a tale fenomeno sono molteplici e vanno in generale
ricercate nelle interazioni con l’ambiente alle quali delle
resto la moderna visione evoluzionistica della medicina fa
risalire le spiegazioni delle origini e della variabilità delle
malattie (Corbellini 1998)
BIBLIOGRAFIA
GREGORIO G.
1999 - Ambiente, Società, Individuo e Malattie Cardiovascolari.
In: Prevenzione Cardiovascolare Oggi. Atti del Convegno Praiano
25 settembre 1999.
Gregorio G,
Cresta M:
Antropologia e Biologia di un Gruppo di Popolazione di Anziani
del Cilento Risultati dello Studio LONCILE Rivista di
Antropologia (Roma) Suppl. Vol. 79 (2001)
GREGORIO G.
(2001)
Gregorio G. Un Cuore, Un Campanile Stio Cilento Ricerca di
Cardiologia Preventiva in un’area rurale della Campania Plast
Sud 2002
KELLY D.T. 1997 - Our future Society.
Circulation 1997, 95:2459-2463.
