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ARITMOLOGIA
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L’ Ablazione Transcatetere
nell’Anziano e nel Grande Anziano
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Problematiche Nursing nell’ Anziano e Grande Anziano
in Aritmologia Interventistica
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La Morte Improvvisa nell’Anziano e nel Grande Anziano
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La sincope nell’Anziano e nel Grande Anziano
L’ ABLAZIONE TRANSCATETERE
NELL’ ANZIANO E NEL GRANDE ANZIANO.
V. Ducceschi*, M. Santoro, L. Carotenuto, G. Di Sevo, G. Lerro,
A. Laurito, P.Andreoli, A. Sacco, S. Romano, G. Gregorio.
U.O. UTIC Cardiologia, Ospedale S. Luca, Vallo della Lucania,
ASL SA
*U.O. Cardiologia, Ospedale Pellegrini, Napoli, ASL Napoli 1.
L’ Incidenza
di aritmie nella popolazione generale aumenta progressivamente
con l’ età, in maniera quasi esponenziale, sia per la maggiore
prevalenza di comorbidità (cardiopatia ischemica, valvulopatie
degenerative, diabete, ipertensione arteriosa etc), che per le
inevitabili alterazioni strutturali miocardiche connesse col
processo d’ invecchiamento (apoptosi, fibrosi miocardica,
ipertrofia concentrica o eccentrica da alterazioni del post- o
del precarico etc.) (1). L’ incidenza anche di brevi run di
tachicardia parossistica sopraventricolare nei soggetti
ultrasessantenni riguarda quasi il 50% della popolazione
generale. La fibrillazione atriale viene a sua volta osservata
in circa il 3-4% dei soggetti ultrasessantenni, con tendenza a
raddoppiare ad ogni decennio (2). Data la ridotta compliance
ventricolare sx,,le crisi parossistiche di fibrillazione atriale
sono anche mal tollerate dai pz. Anche l’ extrasistolia
ventricolare mostra un’ incidenza più elevata negli anziani,
tale da raggiungere il 57% nella nona decade di vita (3). La
terapia antiaritmica farmacologica mostra notevoli limitazioni
negli anziani, poiché si tratta di pz spesso affetti da
concomitanti turbe di conduzione, bradiaritmie etc. (3).L’
ablazione transcatetere mediante rf di varie aritmie negli
anziani si è dimostrata sicura ed efficace come nella altre
fasce d’ età (4-7): le più frequenti turbe del ritmo trattate
nei vari studi sono la tachicardia da rientro nodale AV, il
flutter atriale tipico e la fibrillazione atriale ad alta
risposta ventricolare refrattaria al controllo farmacologico
(4-7). In quest’ ultimo caso l’ approccio interventistico scelto
è stato quasi sempre l’ ablazione della giunzione AV ed il
conseguente impianto di PMK (4-7).
La casistica
riportata dell’ U.O. UTIC Cardiologia dell’ Ospedale San Luca di
Vallo della Lucania non differisce da quanto pubblicato in
letteratura: non potendo disporre dei dati relativi alle
procedure effettuate dal 2000 al 2004, abbiamo considerato solo
la popolazione di età >= 80 anni trattata dal 2004 al 2013.
Su un totale
di 56 procedure di ablazione effettuate su pz di tale fascia d’
età, non si sono osservate complicanze significative, con
insuccesso in acuto solo in 5/56 aritmie trattate (9% circa),
per lo più dovuto alla complessità del caso (TV, flutter
atipici) o alla scarsa compliance del pz. Non si è quasi mai
dovuto ricorrere alla sedazione profonda del pz (solo un caso su
56) e solo in due casi si è dovuto interrompere la procedura
anzitempo per scarsa disponibilità del pz a continuare, non per
problematiche oggettive.
Il flutter
atriale tipico nelle varianti comune e non comune è risultato di
gran lunga l’ aritmia più frequentemente sottoposta ad ablazione
(22 casi), seguito dalla tachicardia da rientro nodale AV anche
con varianti atipiche (16 casi). Le restanti procedure hanno
riguardato tachicardie ventricolari (6 casi), tachicardie
atriali ectopiche (6 casi), flutter atriali atipici dx e sx (4
casi) e 2 procedure di ablazione della giunzione AV. Tre
procedure sono state eseguite con cateterismo transettale senza
nessuna complicanza.
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