PROCESSO ALLA
RIABILITAZIONE CARDOVASCOLARE: l’accusa.
Saverio Ferrara
Dipartimento Cuore,
A.O. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona Salerno.
Le evidenze
scientifiche degli ultimi 20 anni sono una sorta di plebiscito a
favore dell’ intervento riabilitativo nella gestione del
cardiopatico postacuto.
L’ OMS
definisce la cardiologia riabilitativa (CR) un processo
multifattoriale attivo e dinamico che ha fine di favorire la
stabilità clinica, ridurre le disabilità conseguenti alla
malattia e supportare il mantenimento e la ripresa di un ruolo
attivo nella società. CR riduce il rischio di successivi eventi
cardiovascolari e migliora la qualità di vita e la
sopravvivenza.
Target CR:
POSTINFARTO
DOPO PROCEDURA PCI
DOPO INTERVENTO CCH O TRAPIANTO CUORE
DOPO IMPIANTO DEVICE TIPO ICD
DOPO RIACUTIZZAZIONE DI SCOMPENSO CARDIACO
Modelli
organizzativi:
Unità operativa semplice di
riabilitazione/prevenzione
Unità operativa complessa di riabilitazione/prevenzione
L’Unità
operativa semplice necessita di un cardiologo a tempo pieno;
psicologo, dietista e fisioterapista part time; non servono
strumenti dedicati tranne la cyclette.
L’Unità
operativa complessa andrebbe allocata nei centri Hub , può
soddisfare tre livelli riabilitativi:
1)
Riab.
intensiva destinata ai postacuti ad alto rischio
2)
Riab.
intermedia destinata ai postacuti a medio basso rischio,
prevedendo una rivalutazione periodica dei pz a medio rischio
3)
Riab.
estensiva che è sostanzialmente prevenzione secondaria.
Lo studio
ISYDE evidenzia che circa il 30 % dei pz necessita di un
intervento degenziale, gli altri possono essere riabilitati
anche in regime ambulatoriale. Per 275 pz per anno da
riabilitare in degenza servono 12 posti letto, 3 Medici, 0,5
Unità specialistiche di supporto (diabetologo, chirurgo,
internista, fisiatra, neurologo), 0,5 dietista, 0,5 psicologo,
1,5 fisioterapista, 6 infermieri. La divisione con un numero di
posti letto ideali per convenienza dovrebbe avere 24 posti
letto.
Oltre ai
vantaggi clinici, l’implementazione dello intervento
riabilitativo può favorire la dimissione precoce (argomento al
quale il Cardiologo ospedaliero è molto sensibile in epoca di
DRG, produttività e, almeno in Campania, incipiente taglio di
posti letto e chiusura Ospedali periferici).
I numeri 2003
in italia: IMA 29000
Rivascol. miocardiche
chirurgiche 29000
Sostituzioni valvolari 21000
Rivascolarizzazioni miocardiche tran
cutanee (PCI) 87000 (11800 sono IMA)
Scompenso cardiaco tantissimi…….
Nel 2001 i
pazienti che hanno fatto riabilitazione in italia (Dati ISYDE)
sono 61800:
54,7 % dopo CCH (70 %
totale)
26 % dopo IMA (20 %
totale)
9,6 % dopo scompenso
(10 % totale)
8 % tutto il resto.
Indicazioni
alla CR degenziale:
1)
Tutti i pz
post CCH con particolare riferimento: pz ad alto rischio di
nuovi eventi cardiovascolari; prima della settima giornata di
intervento o più tardivamente dopo periodi prolungati di degenza
in Rianimazione o Terapia intensiva; con morbilità associate o
complicanze rilevanti; con difficoltà logistico- ambientali-
socio assistenziali.
2)
Pazienti con
scompenso cardiaco in classe NYHA III-IV o che richiedono
terapia da titolare o infusive o supporto nutrizionale o
meccanico o che necessitano di intervento riabilitativo
intensivo (educazione sanitaria intensiva, training fisico o di
ricondizionamento).
3)
Pazienti post
IMA/PTCA: a rischio medio elevato di eventi (in particolare con
grave disfunzione ventricolare sx o con turbe del ritmo; con
complicanze instabilità clinica correlate all’ evento acuto;
con significative morbilità associate; ad alto rischio di
qualità di vita o professionale; con dimissione da UTIC entro la
quinta giornata; ad alto rischio di progressione della malattia
aterosclerotica; con difficoltà
logistico-ambientale-assistenziale).
4)
Pazienti
post-trapianto cardiaco o con necessità di valutazione per porre
indicazione a trapianto o per verificare periodicamente la
persistenza dell’ indicazione.
5)
Pazienti con
cardiopatie inoperabili nei quali l’intervento riabilitativo,
anche se non strettamente legato all’ evento indice, si prevede
che possa prevenire il deterioramento clinico e la progressione
della malattia di base.
Indicazioni
alla cardiologia riabilitativa (CR) intensiva a livello
ambulatoriale:
1)
Tutti i
pazienti postacuti, salvo quelli con indicazione a CR degenziale
o successivamente ad essa
2)
Paziente con
cardiopatia ischemica cronica
3)
Pazienti con
scompenso cardiaco in fase stabile
4)
Soggetti ad
alto rischio cardiovascolare
D’ altronde
ci sono studi che hanno rafforzato le indicazioni a CR anche in
categorie particolari. Lo studio CR-AGE (pz oltre 75 anni ) lo
conferma.
C’è evidenza
che anche l’outcome di pz che fanno PCI elettiva migliora se
fanno la CR; addirittura nel pz con cardiopatia ischemica
cronica stabile l’intervento “training fisico” è favorevole
rispetto ad angioplastica.
La realtà è
tuttavia che la riabilitazione cardiologica non viene fatta.
Barriere alla
diffusione della CR:
-
culturali: mancano percorsi formativi, anche universitari, per
la gestione postacuto; l’introduzione di tecnologie costose
stressa la fase acuta della malattia anche nei nostri Corsi e
Convegni, a scapito di interventi preventivi.
-
organizzativi: operatori e strutture riabilitative a volte hanno
programmi di follow up monospecialistici, stressando, ad esempio
solo l’esercizio fisico; carenze di strutture dedicate alla CR;
costi e difficoltà di organizzazione multidisciplinari.
-
economici: il sistema di remunerazione a prestazione favorisce
gli interventi nel postacuto.
Il progetto
ISYDE 2001-2002 fa il censimento delle strutture riabilitative
in Italia.
Attualmente
le strutture di CR si sviluppano soprattutto nel privato
accreditato dove si trattano prevalentemente cardiooperati; in
alcune Regioni la legislazione tende a favorirne la nascita. Ma
molte strutture di CR stanno nascendo come Strutture Semplici
annesse Unità Coronariche e praticano Riabilitazione intensive
soprattutto in regime di DH.
La Regione
Campania già nel piano regionale Ospedaliero (PRO) 1997-1999
definisce la necessità di strutturare la CR; si devono fare:
Unità operative collegate a quelle per acuti; Posti letto
dedicati con separazione anche amministrativa delle due aree
degenziali.
In
particolare stabilisce 5,17 posti letto per 1000 abitanti; 0,027
è l’indice di posti letto Riabilitativi (150 in Regione).
Il PRO
2007-2009 stabilisce che all’ interno di ogni rete cardiologica
ospedaliera sia presente un centro per la riabilitazione
intensiva degenziale: totalmente autonomo; inserito come
struttura semplice in UOC di Cardiologia. Stabilisce che per la
CR l’indice di attribuzione è 0,035 posti letto per mille
abitanti, in Campania necessiterebbero 200 posti.
A fronte
della esistenza sulla carta di numerose Strutture riabilitative,
nella provincie di Salerno sono attivi solo 3 presidi
riabiliativi:
-
Campolongo Hospital Eboli: 45 posti letto, 350-400 pz
riabilitati in degenza nel 2009 (85-90% post CCH, il resto IMA
complicati); 90 pz riabilitati in DH.
-
Ospedale di Nocera: solo DH, 40 pz riabilitati nel 2009.
-
Ospedale di Oliveto Citra: solo DH, 16 pazienti nel 2009.
L’Ospedale di
Salerno avviò anni addietro un DH Riabilitativo; difatto la
Struttura non è attiva.
Barriere all’
accesso, all’utilizzo e alla diffusione della RC: in Italia solo
1/3 dei pazienti eleggibili partecipa a programmi di CR; in
Campania questa percentuale, tutt’oggi , è addirittura un
obiettivo. Nella provincia di Salerno la Riabilitazione del
cardiopatico postacuto è del tutto episodica, motivata a mio
parere, più dalla necessità di liberare posti letto della
degenza per acuti che dalla reale convinzione scientifica del
suo ruolo.
Azioni per
favorire la compliance:
1) Reclutare
i pazienti durante il ricovero.
2) Programmi
stabiliti durante la fase acuta della malattia.
3) Frequenza,
durata, modalità di esecuzione dei programmi.
4) Stabilire
percorsi assistenziali appropriati e modulati in rapporto al
livello di rischio dei pazienti.
5)
Assecondare le preferenze degli utenti.
6)
Semplificare il regime terapeutico.
7)Coinvolgere
nella cura anche gli infermieri.
8) Buona
comunicazione tra cardiologo e medico di medicina generale.
Le prossime
sfide per gli operatori di CR:
1)
Incrementare
la partecipazione dei pazienti
2)
Includere nei
programmi più donne e più anziani
3)
Reclutare i
pazienti durante la fase acuta del ricovero
4)
Assecondare
la preferenze degli utenti
5)
Favorire la
compliance
6)
Ridurre i
drop out.
Bibliografia
1)
Le rete per
la prevenzione e la riabilitazione cardiovascolare. G Ital
Cardiol; 10 (Suppl 3-6, 315-375).
2)
Linee guida
nazionali in cardiologia riabilitativa e prevenzione secondaria
delle malattie cardiovascolari: sommario esecutivo (GICR). G
Ital Cardiol 2008; 9 (4): 286-297.
3)
Linee guida
per la riabilitazione dell’ anziano infartuato. Giornale
Gerontol, 2000; 48: 216-221.
4)
I pazienti
trattati con angioplastica devono essere avviati a programmi
riabilitativi? Monaldi Arch. Chest Dis. 2004; 62: 57-58.
5)
Il progetto Isyde (Italian Survey on Cardiac
Rehabilitation). Monaldi Arch Chest Dis 2003; 60: 16-24.
6)
La
Cardiologia Riabilitativa
nei Piani Sanitari della Regione Campania. Monaldi Arch Chest
Dis. 2007; 67: 121-128.
7)
Riabilitazione Cardiovascolare: un valore aggiunto per la
prevenzione secondaria. Monaldi Arch. Chest dis. 2003.
8)
Protocollo
Riabilitativo dell’ utente infartuato. Policlinico Universitario
S. Orsola Malpighi, Bologna.
9)
Sono
condivisibili e implementabili i percorsi suggeriti? Quali sono
i veri ostacoli allo sviluppo della riabilitazione-prevenzione e
come superarli? Tavoa rotonda. Monaldi Arch. Chest Dis. 2006; 66
147-160.
10)
La
Riabilitazione Cardiologica:
le Linee Giuda e la realtà italiana. Monaldi Arch. Chest DIS.
2006; 66: 121-128.
11)
I percorsi
implementati vi di prevenzione secondaria. Documento propositivo
a cura della Commissione Congiunta Area Prevenzione ANMCO- GICR.
Italian Heart Journal 2004; Suppl 8: 110 S- 114 S.
12)
Dalla
prevenzione alla riabilitazione: l’indispensabile, l’utile e il
superfluo. Italian Heart Journal 2005; 6 (Suppl2): 3 S-5 S.
13)
Il programma
del Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e preventiva
per il periodo 2004-205. Monaldi Arch. Chest Dis. 2005; 64: 6-7.
14)
Le buone
ragioni per proporre al cardiopatico un programma di
riabilitazione cardiologica. Italian Heart Journal Suppl 2000; 1
(7): 888-896.
15)
La
riabilitazione della cardiopatia ischemica e l’attività fisica
sportiva. Monaldi Arch. Chest dis. 2006, 66: 300-302.
16)
Riabilitazione Cardiologica: appropriatezza, qualità delle
prestazione ed efficacia dell’ intervento. Monaldi Arch. Chest
Dis. 2003; 60: 2, 153-154.
17)
Le risorse
della Cardiologia Riabilitativa. Centro Cardiovascolare,
Trieste. Monaldi Arch. Chest Dis. 2006; 66: 129-132.
