Dal quaderno di consegna
alla Cartella Clinica Integrata
Gnarra Enrico,
Tancredi Aniello, Volpe Olinda, Citera Anna, Cirillo Adriano,
Elia Antonio Carmine, Musto Antonio, Puglia Antonio, Curcio
Francesca, Marotta Sabina, Di Fluri Lucia, Ruggiero Roberto,
Gregorio Giovanni
U.O.
Utic-Cardiologia Ospedale San Luca Vallo Della Lucania
Dipartimento Cardiovascolare ex ASL SA 3 - ASL Salerno
Premessa
L’attività
infermieristica in questi anni ha conosciuto un’evoluzione per
certi versi inattesa, fortemente voluta dal corpo professionale
stesso e rivolta ad una professionalizzazione sempre crescente;
i sociologi sono persuasi a ritenere concluso il processo di
professionalizzazione infermieristica con l’ingresso della
formazione in università. Tale percorso, non privo di ostacoli,
ha segnato il passaggio da un’attività subordinata e poco
responsabile guidata dal mansionario, ad un’attività pienamente
professionale espressa nell’autonomia di lavoro e nella
responsabilità piena del proprio operato. Le varie tappe sono
state scandite da vari provvedimenti legislativi, basta pensare
al DMS del 14 Settembre del 1994, n. 739 “Regolamento
concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo
professionale dell’infermiere”. Tale provvedimento
all’articolo 1 definisce l’infermiere come colui che:
a) Partecipa
all’identificazione dei bisogni di salute della persona e
della collettività
formulando i relativi obiettivi.
b) Pianifica, gestisce e
valuta l’intervento assistenziale
infermieristico.
c) Garantisce la corretta
applicazione delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche. In
seguito, con la legge n. 42 del 26/02/99, la definizione “professione
sanitaria ausiliaria” viene sostituita con la definizione “professione
sanitaria”, ma ciò che più conta è l’abolizione del DPR
225/74 conosciuto come il “mansionario”.
La professione ed i
compiti dell’infermiere sono radicalmente mutati, perciò vincoli
normativi e vincoli di carattere deontologico impongono che le
attività infermieristiche siano dimostrabili e documentabili.
Cenni storici
La storia della cartella
clinica si perde nei tempi e parallelamente alla storia della
medicina:già nell’età paleolitica,in alcune caverne della
Spagna,sono stati trovati in alcuni graffiti,tracce emblematiche
di cartelle cliniche,così nell’era delle Piramidi,nel 3000-2000
a.C., ci fu chi si occupò di registrare le sue attività di
medico e poi ai tempi di Ippocrate negli Asclepei,templi
ospedale,furono trovate colonne scolpite con nomi di pazienti e
brevi storie delle loro affezioni. Infatti si dice che fu
proprio Ippocrate ad inventare la cartella clinica,teorizzando
sulla necessità di osservare razionalmente i pazienti
prendendone in considerazione e annotandone l’aspetto e i
sintomi:l’esame complessivo deve estendersi anche al passato
(anàmnesis,ricordo) ,per poter individuare il male
(diagnosis,conoscenza) e ipotizzare ragionevolmente il decorso
(prognosis,previsione). Infine nella Roma antica Galeno fondò la
scuola sulla casistica con pubblicazioni dei resoconti medici
nei Romana Acta Diurna affissi nel foro. L’uso sistematico di
una documentazione clinica sul singolo malato viene fatto
risalire a Leonardo Botallo nel secolo decimo sesto. La
sistematizzazione dell’utilizzo della cartella clinica nella
pratica la si deve a Pierre Cabanis a fine del 1700. L’obbligo
della cartella clinica cartacea in Italia nasce per il decreto
legislativo 6972 del 1890. Regio decreto relativo alle norme sui
manicomi introduce il fascicolo personale degli ammalati di
mente (16 agosto1909). Nel 1917 nella Definizione del Programma
di standardizzazione degli ospedali,oltre agli Standard minimi
per gli ospedali,si stabilisce che per ogni paziente deve essere
redatta una cartella clinica accurata,completa e accessibile.
Dalla cartella
infermieristica alla cartella integrata
La cartella clinica è uno
strumento essenziale per gestire e documentare un processo
assistenziale complesso quale quello relativo ad un ricovero
ospedaliero;dalla semplice registrazione di pochi dati
essenziali del paziente e della sua malattia si è passati alla
raccolta di sempre più numerosi documenti sanitari e di
informazioni che,nella loro articolazione organica e
logica,devono soddisfare numerose necessità e non solamente
quelle clinico-dignostico-terapeutiche. Basti pensare alla
cartella clinica come strumento per la verifica della qualità
delle prestazioni,intesa essenzialmente come appropriatezza
definita in base a linee guida e standard di comportamento,a
garanzia di uniformità degli interventi,verifica degli esiti e
programmazione di miglioramento.
La registrazione sulla
cartella clinica di tutte le azioni,i processi,gli avvenimenti
relativi ad un ricovero è fondamentale per assicurare
trasparenza e chiarezza nella erogazione di prestazioni
corrette,appropriate e tempestive da parte di tutti gli
operatori sanitari coinvolti nel percorso clinico-assistenziale
di un paziente ricoverato.
La integrazione delle
diverse competenze professionali che partecipano al processo di
cura,indispensabile in un percorso che vede coinvolte
l’autonomia e la responsabilità di diversi professionisti
sanitari e che ha come strumento la cartella clinica
integrata,rappresenta uno strumento formativo molto efficace, in
quanto consente uno sviluppo culturale di tutti gli attori
interessati,con conseguente significativo miglioramento della
efficienza e dell’efficacia delle cure.
La cartella
infermieristica(integrata o informatizzata),permette di
formulare un piano di assistenza articolato in cinque momenti:
-
Raccolta dati
-
Diagnosi
infermieristica
-
Pianificazione
dell’assistenza
-
Attuazione
-
Valutazione
Nella prima fase si
tratta della raccolta di dati anagrafici e anamnestici e dati
necessari ad individuare i bisogni delle persone che hanno
comportato il ricovero presso la struttura ospedaliera.
La diagnosi
infermieristica è una descrizione dei problemi di salute
attuale o potenziali che gli infermieri, in virtù della loro
formazione ed esperienza, sono capaci ed autorizzati ad
affrontare.
La Pianificazione e
l’Attuazione dell’assistenza infermieristica, costituiscono le
fasi più importanti di tutto il ciclo, in quanto è proprio in
queste fasi che si stabilisce e poi si eroga in concreto
l’assistenza sanitaria. Nella parte della cartella
infermieristica dedicata alla pianificazione dell’assistenza va
riportato ciò che andrà praticato al paziente a breve o medio
termine, sostituendo così il vecchio quaderno delle consegne,
strutturato ,quindi, come diario clinico, ancora separato, anche
se raffrontabile a quanto scritto dal medico nella cartella
clinica.
Nella parte dedicata
all’attuazione dell’assistenza va riportato oltre che la data e
la firma di chi ha effettuato la prestazione, tutto ciò che è
stato realizzato di quanto pianificato in modo da evitare
dimenticanze, nonché rilevare eventuali discordanze tra
prescrizione ed attuazione dell’assistenza.
Ultima fase è la
Valutazione. Perché valutare?
Perché se non si valuta
non potremmo mai essere sicuri se i nostri interventi sono stati
efficaci e non potremmo mai migliorarci. Cosa valutare:
-
lo stato dei problemi
-
il progresso
dell’assistito
-
il grado di efficacia
della cura infermieristica
-
la qualità dei piani
di assistenza.
Da queste premesse è
scaturita la necessità di utilizzare un unico documento che
integri l’operato di tutti gli operatori sanitari medici,
infermieri, e tecnici, e che faciliti il coinvolgimento del
paziente in tutti i processi decisionali di diagnosi e cura che
lo riguardano.
La nostra esperienza
Da circa un anno, anche
se ancora in via sperimentale, è in uso nella nostra U.O. la
Cartella Clinica Integrata. L’utilizzo di due cartelle diverse
(una medica e l’altra infermieristica) all’interno della stessa
U.O. possono dar luogo a numerosi problemi: ridondanza di
raccolta e registrazione dei dati; dispersione delle
informazioni; valutazioni diverse su singoli eventi; mancanza di
pianificazione degli interventi; difficoltà a reperire i dati su
due cartelle distinte per la valutazione di un eventuale piano
di riabilitazione; maggiore possibilità di errori.
La nostra cartella
clinica elaborata presenta una struttura modulare costituita da
una parte fissa ed una parte mobile. Nella
sezione fissa sono raccolti i dati anagrafici, anamnestici e
valutati i bisogni assistenziali dell’utente. Questa parte è
formulata in modo da favorire una compilazione guidata che potrà
essere propedeutica all’utilizzo di una futura cartella
informatizzata.
Nella sezione mobile, che
è costituita da schede, sono raccolte: la scheda della terapia,
il diario clinico/infermieristico giornaliero, dove medici e
infermieri annotano le osservazioni riguardanti lo stato di
salute del paziente, i consensi informati e varie schede
aggiuntive: scheda per il monitoraggio dei marchers cardiaci,
scheda del profilo glicemico, scheda per il monitoraggio
dell’INR e PTT, ecc.
Sia nella parte fissa che
nella parte mobile sono previsti degli spazi per individuare
l’operatore che effettua la prestazione. Per quanto riguarda la
scheda della terapia, c’è lo spazio sia per la firma del medico
che prescrive, sia per l’infermiere che somministra. Tale scheda
può essere definita uno strumento di comunicazione interna,che
integra in un unico documento tutte le informazioni sul processo
terapeutico dei pazienti ricoverati. Il documento viene
impiegato dai medici per effettuare la prescrizione e dagli
infermieri per effettuare la somministrazione durante il periodo
di ricovero. La scheda terapeutica unica è da considerarsi parte
integrante della cartella clinica. Pertanto alla dimissione del
paziente la scheda terapeutica va archiviata all’interno della
cartella clinica. La STU deve essere compilata a caratteri
stampatello esclusivamente con la penna di colore nero o blu.
Obiettivi e Vantaggi.
Lo scopo dell’intervento
è il superamento della cartella clinica ed infermieristica a
favore di un’unica cartella integrata. La cartella clinica
integrata prima di essere uno strumento operativo è uno
strumento culturale che, oltre ad arricchire il confronto fra i
vari professionisti favorisce l’approccio solistico all’utente.
Obiettivi del
progetto sono: favorire l’approccio multidisciplinare ai
problemi di salute dell’utente; migliorare la pianificazione
delle attività sanitarie; migliorare la qualità della
documentazione sanitaria; assicurare una migliore trasparenza
degli atti medici e infermieristici per consentire un migliore
accesso ai dati.
Vantaggi attesi
sono rappresentati da: eliminazione della doppia registrazione
dei dati (medico/infermieristici); ottimizzazione del
tempo/lavoro per altre attività clinico/assistenziali.
Conclusioni ed ipotesi
di sviluppo
La cartella clinica
integrata rappresenta uno strumento unico e multidisciplinare
che raccoglie tutte le informazioni legate alla cura e
all’assistenza del paziente. Essa nasce dalla consapevolezza che
non si possono erogare risposte adeguate ai bisogni dell’utente
se non vi è un coordinamento dei processi clinici/assistenziali
ed un’integrazione dei saperi e delle abilità di tutti gli
operatori professionali.
Come ipotesi di sviluppo
si può pensare alla cartella integrata nell’attesa di definire e
implementare il percorso relativo alla informatizzazione.
Bibliografia
-Pini M.,Alinovi A. la
Cartella clinica orientata sui problemi Piccin Editore Padova
1983
-Gruppo documentazione
clinica e consenso informato-Progetto Ospedale Modello ASUR/Zona
Territoriale n. 5-Jesi
-L’infermiere 1/2008
Aggiornamenti/ Studi ed esperienze Genova
-DMS 14 settembre 1994 n.
739 Regolamento concernete la individuazione della figura e del
relativo profilo professionale dell’infermiere.
-Gestione Rischio
Clinico-La Prevenzione degli errori di terapia
(Scheda Terapeutica
Unica) Luisa Natucci.