LE  S.C.A. CON ST NON ELEVATO:

 L’ESPERIENZA  DEL REGISTRO R.O.S.A.

 

  Luigi Petraglia,  M. Giacoma Gagliardo,  Fabio Crescibene,                     Francesco    Giordano,    Michele Santoro,     Pasquale Sarnicola,   Genny  Rinaldi, Francesco Turturiello, Raffaele Rotunno    Dipartimento Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania

Le SCA NSTE. Le sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento ST persistente rappresentano la forma più diffusa della malattia coronarica. La prognosi delle SCA NSTE, lievemente più favorevole nella fase acuta rispetto a quella dell’infarto miocardico con ST sopraslivellato, diventa invece più negativa nel medio e lungo periodo. 

Le SCA con ST non elevato nel Registro R.O.S.A..  Nel periodo di attività che va dal primo maggio 2007, al 30 aprile 2008  del Registro ROSA, sono stati arruolati 205 pazienti con ST elevato (27,7%),  275  pazienti affetti da Sindrome Coronarica Acuta con ST sotto (37,3), 37 BBsn o IMA a sede misconosciuta (5%),  12  IMA periprocedurale (1,6%), 210 Angina instabile (28,4%). Tradotto in  percentuale: le SCA con ST non elevato rappresentano il 62,3% di tutte le SCA.  I due sessi sono cosi rappresentati: il sesso maschile il 61,8% , femminile il 38,2% degli arruolati. L’età media  dei pazienti arruolati era 71,1+ 11,5.

Fattori di Rischio. I pazienti arruolati sono stati sottoposti ad un’attenta e approfondita valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare. Dall’analisi dei dati è emerso che il 21,4% era un fumatore di sigarette; il 25,7% riferiva di essere affetto da ipercolesterolemia; l’8,7% riferiva di essere affetto da ipertrigliceridemia; il 35% degli arruolati dichiarava di essere diabetico, il 20,4% in terapia con ipoglicemizzanti orali, il 14,6% in terapia insulinica. Il 61,7% degli arruolati era iperteso in terapia farmacologica.

Dati anamnestici. Il 29,1% della popolazione riferiva una familiarità positiva per cardiopatia ischemica; il 1,5 familiarità per malattie cardiovascolari; il 7,3% familiarità per diabete mellito; il 2,4% riferiva familiarità positiva per dislipidemia. L’8,7% riferiva di essere stato sottoposto a rivascolarizzazione miocardica chirurgica; il 10,2 a PTCA; il 2,9% ad altro tipo di chirurgia cardio-vascolare; il 25,2% dei pazienti arruolati era già affetto da CAD (documentata); il 10,7% dei pazienti aveva anamnesi positiva per infarto miocardico pregresso; il 6,3% riferiva anamnesi positiva per scompenso; il 3,4% era affetto da vascolopatia periferica; il 2,4% a altra malattia cardiovascolare;il 9,2%aveva in anamnesi episodi di angina pectoris; il  4,9% dei pazienti reiferiva un precedente episodio di ischemia cerebrale transitorio; è risultato infine che il 3,9% era affetto da malattia ulcerosa, il 24,3% da malattia non cv, l’8,3% da insufficienza renale cronica,il 13,6% da allergia e l’11,2% era stato ricoverato di recente in ospedale.

Decorso clinico. All’ingresso il 65,2% dei pazienti non presentava segni di scompenso cardiaco ed all’auscultazione toracica il 655 dei pazienti era collocabile in Killip 1; il 27% in Killip 2; il 6% in Killip 3, poco meno del 2% in Killip 4. Durante la degenza in reparto il 91% dei pazienti era in Killip 1; il 3,7% in Killip 2, il 2,2 in Killip 3; il 2,2 in Killip 4. La stratificazione del rischio secondo il TIMI SCORE  collocava il 32,7% dei pazienti in clase TIMI 1-2; il 47,8% in classe TIMI 3-4 (3,8 mortalità assoluta); il 19,5% in TIMI 5 (11,3% mortalità assoluta).

Terapia. Per quanto concerne la terapia farmacologica praticata prima dell’attacco il 63,3 % dei pazienti era in trattamento con farmaci cardiovascolari (Tabella I).

Tabella I Terapia praticata dai pazienti prima dell’attacco cardiaco

FARMACO

PAZIENTI IN TRATTAMENTO

ASA

29,9 %

CLOPIDOGREL

6,0 %

EPARINA BPM

3,0 %

TAO

1,5 %

ACEI

47,8 %

AATI

20,9 %

BETABLOCCANTI

35,8 %

ALFA-LITICI

3,0 %

CA-ANTAGONISTI

26,9 %

NITRATI

19,4 %

ANTIARITMICI

1,7 %

DIURETICI

38,8 %

STATINE

32,4 %

PUFA

3,0 %

INSULINA

19,4 %

ANTIDIABETICI ORALI

22,4 %

 

 

Terapia praticata a domicilio in rapporto all’attacco.  Il 14,2 % dei pazienti ha praticato terapia a domicilio in rapporto all’attacco cardiaco: il 14,3% dei pazienti ha ricevuto  ASA 100 os; l’8,2% Plavix 75, il 6,1% Ace-inibitori, l’8,2% beta-bloccanti, il 4,1% AATI, il 12,2 % calcio-antagonisti, il 2,0% diuretici, il 12,2% nitrati, l’8,2% statine, il 2,0% insulina sc.

Terapia praticata in ambulanza in rapporto all’attacco. Il 7,5 % dei pazienti ha praticato  terpia in  ambulanza : il 15,6% ha assunto ASA , il 3,1% Plavix, il 6,3% diuretici, il 18,8% nitrati.

Terapia ospedaliera. Il 51,8% dei pazienti ricoverati è stato sottoposto a valutazione emodinamica mediante coronarografia,il 18,4% a PTCA.  La terapia farmacologica è stata la seguente: Morfina nel 1,1% dei pazienti, lo 0,8%  è stato tratato con altro analgesico, il 25,8% ha assunto ASA 100 os, il 19,8% ha assunto Plavix 75, solo l’1,1% ticlopidina, Eparina non frazionata è stata praticata nel 6,4% dei pazienti, eparina a basso peso molecolare nel 19,4% dei pazienti, Abiciximab nello 0,3% dei casi, Tirofiban nel 9% dei pazienti, TAO nel 1,3% dei casi, ACE-I nel 18,9% dei casi, betabloccante nel 23,1% dei pazienti, sartani nel 6,1% dei casi, calcio-antagonisti nel 6,1% dei pazienti, Diuretici nel 2,7% dei casi, nitrati nel 16,0% dei casi, statine nel 19,9% dei casi, PUFA nello ,5 5 dei pazienti, Insulina solo nel 5,3% dei pazienti, anidiabetici orali nel 4,5% dei casi, Antiaritmici (prevalentemente amiodarone) nel 4,0% dei casi, digitale nel 2,4% dei asi, inotropi positivi (dopamina e dobutamina) nel 1,9% dei casi, nitro prussiato nello 0,5% dei casi, gastroprotezione è stata attuata nel 9,% dei ricoverati, trombo lisi nello 0,3% dei ricoverati.

Mortalità ospedaliera. Considerando tutti i pazienti arruolati nel Registro ROSA abbiamo riscontrato  il decesso del 3,6%  dei pazienti con SCA non ST elevato .

Conclusioni . I dati del Registro ROSA sono la fotografia dei percorsi clinico-terapeutici che i pazienti affetti da cardiopatia ischemica acuta seguono nella nostra ASL. Sono dati che  riflettono la differenza che spesso esiste tra le  raccomandazioni delle Linee Guida che derivano dai risultati evidence based degli studi controllati e randomizzati che come è noto non sono sempre ripetibili nel mondo reale, e i Registri che sono uno strumento assai più affidabile per valutare cosa accade nella pratica clinica. 

Bibliografia

Gregorio G: Il Registro Osservazionale delle Sindromi Coronariche Acute  dell’ASL SA 3 Il Cuore Oggi e Domani 2007 Paestum 4-5 Ottobre 2007 Atti

 Gregorio G,  Citro R,  Chieffo C,  Corsini F,  Riccio C, Iacomino M.,   Serafino    M. Epidemiologia delle  Sindromi Coronariche Acute in Campania    Monaldi Arch Chest Dis 2005; 64: 157-163  

D Bonadies, R. Citro, G. Bottiglieri, F. Gatto, V. Ducceschi, C. Pierro, F. Natale, G. Saetta, P. Aveta, G. Rinaldi, F. Turturiello, G.Gregorio: Le SCA con ST non elevato : dati preliminari del Registro R.O.S.A. ANMCO CAMPANIA 2008  Arch. For Chest Disease March 2008 Suppl. 1, Vol 70, n° 1: 10-13